mercoledì 4 settembre 2013

Tiziano Vecellio

Venere con Organista e Cupido (1548)

Febbraio 1993, Atene



John,
Tiziano pittore di carne e viscere, dei loro brontolii e dei loro liquidi [...]. Tiziano era il pittore della carne che, più che invitare, comanda. "Prendimi". "Bevimi", essa ordina. In questo senso Tiziano, travestendosi, come Giove, da pioggia d'oro, da cane o da vecchio, si traveste anche da donna. Maria Maddalena o Afrodite sono lui! E qui credo che ci avviciniamo a qualcosa che riguarda il suo potere: si travestiva da tutto ciò che dipingeva. Cercava di essere ovunque. In competizione con Dio. Dalla sua tavolozza voleva creare niente di meno che la vita e governare sull'universo. E la sua disperazione (il dubbio di cui mi chiedevi) era di non potere, come Pan, essere tutto.Poteva solo creare attraverso la pittura e travestirsi. La sua paura era di essere soltanto un uomo e non anche un dio, anche una donna, anche una foresta, una nebbia leggera, un grumo di terra. Di essere soltanto un uomo![...].
Con affetto,
Katya

 (John Berger, "Tiziano o della carne" in "Modi di vedere")

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